In Emilia Romagna e Marche segnali di ripresa in luglio dopo il lockdown: fitness organizzato all’aperto, i Comuni concedono i parchi
A Los Angeles la riapertura passa attraverso minuscoli recinti di plexiglass, messi a punto dalle palestre per consentire agli utenti di allenarsi nel rigoroso rispetto delle misure di distanziamento sociale. In Italia, per fortuna, è andata diversamente: se, tra ingressi contingentati e obblighi di sanificazione costante delle attrezzature, non si può certo parlare di normalità, i gestori dei centri fitness hanno tuttavia fatto del loro meglio per coniugare l’esigenza di riaccendere i motori dell’attività fisica con la sicurezza.
Uno sforzo enorme, che comincia a dare, lentamente, i suoi frutti: tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio infatti si sono visti alcuni timidi segnali di ripresa del settore, che è stato uno dei più colpiti dall’emergenza coronavirus e dal lockdown. Sprazzi di fiducia che, al momento, non sono sufficienti ad arginare una crisi drammatica, dovuta a oltre cento giorni di chiusura forzata e di blocco totale delle attività.
«Dovremo aspettare settembre e l’inizio della nuova stagione per poter formulare previsioni realistiche», dichiara Giampaolo Duregon, Presidente Anif-Eurowellness, associazione che riunisce circa 700 centri sportivi e palestre in Italia e ha rilasciato, proprio in questi giorni, un’accurata indagine condotta tra gli affiliati sull’andamento delle frequenze nelle palestre dopo il lockdown. «Per ora – continua Duregon – i numeri ci dicono che il 2020 si concluderà con un dimezzamento delle entrate rispetto al 2019: ma non possiamo trascurare alcuni segnali confortanti, in grado di farci ben sperare per i prossimi mesi».
Se alcuni centri sono stati costretti a chiudere i battenti per l’incapacità di coprire le spese fisse (diversi i casi, riferiti dalle associazioni di categoria, ad esempio nel riminese e nel pesarese), note positive arrivano invece da quei club che hanno spostato gran parte delle attività all’aperto: nei cortili adiacenti agli impianti, nelle aree verdi o in spiaggia. È qui che, complice la bella stagione, i patiti del fitness si ritrovano, sempre più numerosi, per praticare attività fisica in sicurezza.
Una buona abitudine promossa con determinazione, quest’anno, anche dalle amministrazioni comunali, alcune delle quali hanno messo gratuitamente a disposizione di palestre e personal trainer i parchi pubblici cittadini, sulla falsariga di ciò che è stato fatto per bar e ristoranti. È andata meglio dove sono state le stesse amministrazioni a coordinare le attività, anziché lasciare spazio alle iniziative estemporanee dei singoli: ad esempio, i comuni romagnoli si sono affidati alla Wellness Foundation di Technogym, che ha rilasciato gratuitamente la Wellness Valley app.
L’applicazione consente agli utenti di accedere al calendario completo degli appuntamenti proposti dalle associazioni sportive e dai centri fitness nei parchi di tutta la Romagna. Sono proprio le soluzioni di outdoor training (in inglese, allenamento all’aria aperta) ad aver dato ossigeno al settore, che ha registrato – lo dicono sia le rilevazioni nazionali, sia quelle relative a Emilia-Romagna e Marche – una decisa ripresa tra fine giugno e inizio luglio, passando da uno scarso 30% di frequentatori al 70%, rispetto allo stesso periodo del 2019.
Maddalena De Franchis, Il Resto del Carlino, 24 luglio 2020
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”