Tonelli, direttore di Ascom pungola le istituzioni e chiede, come già sta facendo anche la Regione, la proroga delle settimane di Cig in deroga: «L’85% delle attività l’ha esaurita, si deve andare avanti fino al 31 dicembre. Basta annunci, servono risposte»
Le 18 settimane di cassa integrazione sono praticamente esaurite. Ma la ripresa resta lenta, con perdite di fatturato in media del 50 per cento. Che fare?
«In questi mesi abbiamo seguito 1.137 imprese per un totale di 11.766 lavoratori dipendenti che sono entrati in cassa integrazione. L’85 per cento di questi lavoratori ad oggi ha già esaurito le settimane di ‘cassa’ previste dalla legge. E per molte attività e lavoratori questo crea tensioni», spiega Tonelli.
Del resto, dalla ristorazione al turismo, passando per la moda e il commercio al dettaglio, il settore fatica a ripartire. I dati di Ascom riportano cali di fatturato importanti rispetto agli anni scorsi, tant’è che c’è chi è costretto a far anticipare le ferie ai dipendenti per riuscire a reggere.
E già c’è chi pensa a tagli, non appena finirà il blocco dei licenziamenti. Gli hotel, ad esempio, a causa del Covid hanno avuto perdite rilevanti di circa l’80 per cento, senza contare il settore fieristico e dei convegni che tocca punte del 90 per cento. Va un po’ meglio alla ristorazione, anche se con cali del 60 per cento, mentre per i negozi per ora si calcola un giro d’affari dimezzato.
Va benino il settore alimentare, ma il resto (abbigliamento, calzatura, oggettistica per la casa, profumeria) sta soffrendo, sebbene qualche segnale di ripresa si sia visto a maggio e giugno.
Vanno peggio le attività del centro storico causa mancanza di turisti con cali generalizzati del 50-60 per cento, mentre va un po’ meglio in periferia con perdite del 30 per cento.
Proprio in vista di questo contesto, «i commercianti non ne possono più degli annunci», spiega il direttore di Ascom.
In attesa di capire se ci sarà la copertura degli ammortizzatori sociali fino al termine del 2020, resta un altro nodo: se la ’cassa’ viene esaurita e il nuovo decreto tarda ad arrivare, c’è il rischio di un vuoto di giorni o settimane che, in certi casi, rischia di essere insostenibile.
Da qui, Tonelli chiede che se la «cassa verrà concessa per altri mesi, dev’essere anche retroattiva, così da coprire i giorni vacanti».
C’è poi il tema burocratico. Molti assegni di Cig in deroga ancora non sono arrivati (si parla ancora di migliaia in tutta l’area metropolitana di Bologna), altri, benché pagati, sono in ritardo e lasciano i lavoratori in un limbo. Infine, non dimentichiamo la mancanza di chiarezza nelle regole.
«Le aziende del commercio multilocalizzate con più di 50 dipendenti, come alcune catene, da maggio stanno ancora cercando di capire le procedure di cassa in deroga. Ma da più di due mesi non hanno avuto risposta», conclude Tonelli.
Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino 17 luglio 2020
Minichino (Ascom): “Il gioco di squadra ha creato un centro storico scintillante”. D’Auria (Pro Loco): “Una corrispondenza d’intenti che incentiva il turismo”