Previsto dal Decreto Rilancio, il bonus è pensato per le famiglie che passano le ferie in Italia. Annalisa Piccinelli (Confcommercio Ascom): «Avremmo preferito un aiuto diretto alle aziende»
Il Decreto Rilancio prevede un ‘bonus vacanze’, contributo per le famiglie che trascorrono le ferie in Italia. L’importo varia secondo la composizione del nucleo familiare: 500 euro (tre o più persone); 300 (due persone); 150 euro (una persona).
Si può utilizzare prenotando direttamente una struttura turistico-ricettiva fra quelle disponibili ad accettarlo: alberghi, campeggi, villaggi, agriturismi, B&B. L’obiettivo è incentivare viaggi e spostamenti di famiglie con meno disponibilità economiche – con reddito Isee non superiore a 40.000 euro – e, di riflesso, rilanciare il comparto turistico, messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus. Federalberghi e Confcommercio – che avevano avanzato proposte e richieste di sostegno al Governo – non nascondono perplessità sull’effettiva efficacia dei provvedimenti.
«Il bonus vacanze – afferma Annalisa Piccinelli, responsabile settore Turismo di Ascom Confcommercio Bologna – è più un’agevolazione a livello sociale che un’effettiva misura a livello economico per le nostre aziende». Anche se, viste le difficoltà del mercato e la crisi di liquidità, «si cercherà di sfruttare al massimo le potenzialità di questo strumento», per il quale sono stati stanziati oltre 2,4 miliardi di euro.”.
Che cosa non vi convince?
«La procedura, sia dal lato del cliente fruitroe del bonus che da quello della struttura, è abbastanza complessa». In che senso? «Per il cliente, il voucher è fruibile nella misura dell’80% come sconto diretto, in fattura, sul costo della struttura. Il restante 20% potrà essere scaricato come detrazione di imposta nella dichiarazione dei redditi».Come funziona per l’albergatore?
«Lo sconto applicato come bonus vacanze sarà rimborsato alla struttura ricettiva come credito d’imposta utilizzabile in compensazione, o cedibile anche a istituti di credito».Come, secondo voi, si potrebbe migliorare?
«Avremmo preferito un sistema di aiuti diretti alle imprese, e un iter facilitato di incasso da parte degli albergatori».Per esempio?
«Sarebbe stato più semplice, per esempio, l’utilizzo di un bonus che fosse una sorta di welfare aziendale, un incentivo in bonus vacanze completamente defiscalizzato. C’è poi il tema dell’Isee».Su che cosa vorreste si intervenisse?
«Sulla soglia di Isee. Secondo noi, un indicatore Isee di 40mila euro, per una famiglia di tre persone è troppo basso. Pensiamo che la soglia Isee dovrebbe essere portata almeno a 50mila euro».Auspicate altri provvedimenti da parte del Governo?
Luca Orsi, il Resto del Carlino, 30 giugno 2020
«Continuiamo a lavorare per ottenere l’abolizione dell’Imu per tutto il 2020, e non solo della prima rata».
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”