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STATI GENERALI – Un contributo per il Paese

Care Colleghe,

desidero evidenziarvi la pag. 9 del documento STATI GENERALI, dove finalmente si fa riferimento alle richieste più volte avanzate dal Gruppo Terziario Donna, di colmare il ritardo italiano nella valorizzazione delle competenze delle donne e del suo conseguente incremento dell’occupazione.
Sono poche righe che Vi invito a leggere e a diffondere a tutte le nostre colleghe, nella speranza che ciò che è stato scritto, si realizzi anche nella realtà!

Vi abbraccio e Vi porgo un caro saluto.

Donatella Bellini Presidente Gruppo Terziario Donna Confcommercio Ascom Bologna

CAPITALE UMANO E CAPITALE SOCIALE
L’agenda delle riforme deve anzitutto confrontarsi con l’esigenza pressante del miglioramento del capitale umano e, dunque, con la necessità di adeguati investimenti in scuola, formazione, università e ricerca secondo una linea strategica indirizzata a promuovere responsabilità e riconoscimento del merito attraverso la valutazione dei docenti. Per confermare il rilievo della questione, è sufficiente ricordare che, nell’ultima indagine PISA-OCSE, i risultati medi per l’Italia sono inferiori rispetto al resto dei 79 Paesi del programma. Inoltre, sono stabili, cioè non si notano miglioramenti di rilievo. Le competenze scientifiche sembrano addirittura peggiorare. Il Sud rispetto al Nord dell’Italia è indietro di oltre 10 punti: il che significa che i giovani del Mezzogiorno partono fortemente svantaggiati nella competizione nel mercato del lavoro.

Da qui occorre partire: perché senza una migliore qualità del capitale umano il prodotto pro capite non potrà crescere a sufficienza. A sufficienza per permetterci, ad esempio, di mantenere livelli di spesa per consumi pubblici, che consentano di continuare ad assicurare una sanità di qualità e di rafforzare tutela della legalità e sicurezza, efficacia ed efficienza del sistema-giustizia.

Legalità, sicurezza, giustizia: componenti fondamentali del patto di cittadinanza e del capitale sociale che, nei processi di sviluppo territoriale, mettono a frutto fiducia e relazioni collaborative tra pubblico e privato. Alla costruzione di questo capitale sociale, associazionismo e corpi intermedi hanno recato un contributo determinante anche nel tempo dell’emergenza. Basti pensare all’esperienza del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Oppure all’azione sviluppata dai Patronati e dai Caf promossi dalle parti sociali, che hanno operato anche durante l’emergenza epidemiologica per facilitare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, attraverso una capillare presenza territoriale.

Per parte nostra, continueremo ad agire per costruire capitale sociale: tenendo insieme ruolo di rappresentanza e funzioni di servizio alle imprese.

Lo faremo, tra l’altro, accompagnando le generazioni più giovani nel fare impresa e nel promuovere innovazione sostenibile, la cosiddetta innovability, in particolare grazie al rafforzamento della
dimensione educativa e formativa.

E lo faremo, ancora, lavorando per colmare il ritardo italiano nell’incremento dell’occupazione e nella valorizzazione delle competenze delle donne: un capitale umano con potenziali di crescita enormi, una risorsa fondamentale per rimettere in moto il sistema economico del nostro Paese, eppure particolarmente a rischio nella crisi. Sono considerazioni che confermano come il deficit di presenza delle donne nei vari livelli della governance del Paese non sia un tema che “riguarda le donne” o “per le donne”, ma sia invece un tema di democrazia e di politica economica che riguarda tutti. Servono dunque misure per il pieno coinvolgimento di genere, agevolando in particolare gli strumenti di conciliazione vita-lavoro, anche attraverso il welfare aziendale e lo smart working, ma servono anche strumenti per le lavoratrici autonome.

Le imprese del terziario sono, del resto, il primo settore di ingresso nell’imprenditoria per le donne. Il loro impegno è determinante per cogliere lo straordinario valore aggiunto dello smart living attraverso un concetto di economia civile che faccia leva sul capitale sociale e relazionale del Paese, sulla valorizzazione della sua bellezza, sulla creazione di valore sociale, ambientale ed economico.

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