Turismo a Bologna. A pesare maggiormente sui bilanci sono il rinvio degli eventi fieristici e le grandi manifestazioni
Giovanni Trombetti Vicepresidente Federalberghi Bologna «Più in difficoltà le strutture del centro. In ripresa le presenze legate al lavoro»
Intervista a Giovanni Trombetti
Giovanni Trombetti, vice presidente vicario di Federalberghi, come stanno cambiando le prenotazioni?
«Ovviamente al rialzo. Durante il lockdown avevamo avuto un azzeramento totale delle prenotazioni. Dalla riapertura dei confini stiamo iniziando ad avere qualche riscontro, ma se nel 2019 a questo punto eravamo già sold-out, ora si parla di una mole molto bassa di partenza, circa il 5% totale di occupazione».Quale parte della città è più in affanno?
«Gli alberghi del centro-storico senza dubbio. Perché il turismo di piacere sarà l’ultimo a mettersi in pari con i trend pre-pandemia. Ciò che invece è già avviato è il turismo corporate, quello per lavoro, il cosiddetto personale viaggiante, anche se continua a preoccupare il fatto che molte aziende continuino con lo smart-working e manchi quella grossa fetta rappresentata dagli eventi fieristici e congressuali».Quali sono le moli di lavoro alberghiere oggi?
Il Resto del Carlino, 23 giugno 2020
«Le strutture nell’hinterland lavorano meglio di quelle in centro. Generalmente parliamo di un 30% circa di occupazione in settimana e di un 10% nel weekend. Valori al di sotto della soglia di sopravvivenza, ma non possiamo negare che ci sia stato un miglioramento da dopo il 3 giugno».
«Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonin10 di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione.