“I negozi di abbigliamento patiscono molto più di altri settori la crisi ingenerata dalla diffusione del COVID-19 – dichiara Marco Cremonini, Presidente Federazione Moda Italia Emilia-Romagna – la normale gestione di un punto vendita del settore comporta che l’approvvigionamento della merce si definisce molti mesi prima dell’effettiva vendita: praticamente tutti i negozi hanno già programmato lo scorso anno le collezioni primavera- estate 2020 ed in alcuni casi anche le autunnali ed ora –ad incassi praticamente azzerati – bisogna saldare fatture in alcuni casi per centinaia di migliaia di euro. Nel frattempo permangono i costi fissi, che possono essere molto rilevanti: si tratta quindi di un vero e proprio shock finanziario che, in assenza di interventi straordinari, porterà alla chiusura di migliaia di imprese con connesse gravissime conseguenze occupazionali”.
Comunicato Stampa, 3 aprile 2020
Si parla di un settore chiave dell’economia e del made in Italy, fatto di 114.813 punti vendita attivi al 31 dicembre 2019, che dà occupazione a 313.074 addetti in tutto il Paese.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, il solo abbigliamento perderà 6,6 miliardi di euro, in caso di riapertura a giugno.
“Il Cura Italia è un insufficiente punto di partenza – prosegue Cremonini – il settore moda va sicuramente inserito tra quelli maggiormente colpiti dalle disposizioni restrittive: serve una moratoria fiscale molto più ampia ed articolata e soprattutto una urgente ed adeguata immissione di liquidità alle imprese per venire incontro alle esigenze più immediate”.
Servono tempestività dei sostegni e semplicità delle procedure.
“Il settore distribuzione moda viene da anni molto difficili, di vendite in contrazione – conclude Cremonini – e le imprese erano già in difficoltà ancor prima dell’emergenza COVID-19. Se questa gravissima crisi non verrà gestita con audacia e tempestività, mobilitando all’unisono tutte le risorse nazionali ed europee a sostegno delle imprese, il sistema moda e con lui il sistema Italia rischierà di sprofondare in una recessione di profondità mai provata”.

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